VOI PURE FIGLI MIEI, VOI TUTTI DOVETE VIVERE IL SACERDOZIO A CUI SIETE CHIAMATI Gargallo di Carpi – 10 maggio 1992 ore 17,20:

Figlioli miei, sono qui con voi in preghiera. Vi chiedo, figli, di ricordare particolarmente pure quei vostri fratelli che sono nel dolore, nell’angoscia, nella disperazione, che vivono i tormenti delle guerre.
Figli, ricordate quanto Luca, l’Evangelista, sì, quanto Luca ha scritto nel suo Vangelo al 13° capitolo.
Non pensate di essere più meritevoli dei vostri fratelli, ma pregate il Signore perché si ritorni a Lui, ci si abbandoni a Lui, si abbandoni il vizio, tutti i vizi: l’egoismo, la lussuria, il desiderio sfrenato delle cose, dei piaceri, perché se non avviene ciò Dio può castigare ovunque. Oh certo, voi figli miei state impegnandovi, ma dovete ancora e più intensamente pregare, essere preghiera perché trionfi l’amore nei cuori, in voi stessi, nelle vostre famiglie, nella società; perché trionfi l’amore anche nei politici o in coloro che devono occuparsi dei fratelli. Figlioli, pregate perché ciò che sta capitando ad altri vostri fratelli il Signore non voglia che abbia a dilagare e a propagarsi. Oh non vi parlo, figli miei, soltanto dei luoghi laddove il Signore ha voluto che Io posi i piedi e nei paesi vicini, ma vi parlo dei tanti luoghi del mondo dove l’odio uccide, dove non vi è più segno di bontà ma solo tradimento, orgoglio, distruzione. Preghiamo assieme figli e Gesù, vedrete, Gesù che già ha attenuato in molti luoghi le disavventure, Gesù ancora una volta tratterrà, Lui che è Dio, che è Padre ed è Figlio, tratterrà la sua mano di giustizia. Io sapete, posso ancora trattenerla,

ORE 18,10 (ricevuto al termine del S. Rosario)
Figlioli miei, non spaventatevi, non abbiate timore ma confidate in Dio, nel suo amore infinito. Non abbiate a temere, in voi viva la speranza, la certezza, la gioia di Cristo Gesù.
Chi è vicino a Lui soffre ma vince, chi è vicino a Cristo Gesù cammina con Lui nella strada del dolore, dell’angustia, ma poi scende da quella croce e sale nella sua gioia e nella sua gloria.
Sapeste, cari figli, quante mamme sono con me in Paradiso! Le vostre e tante, tante mamme che forse non pensate, perché il Signore anche all’ultima ora chiama e dice: “Vieni cara che hai sofferto, ti sei arrabbiata, sei stata angosciata, hai fatto tanti sacrifici per i tuoi figli, per il tuo consorte… vieni a riposare nel seno del Padre, quel Padre che talvolta non hai voluto accettare, quel Padre verso il quale troppe volte, sì, hai avuto sensi di ribellione… ma sono un Padre buono e conosco i miei figli, non posso non dirti: vieni nella gioia del Padre”. Figli, ancora una volta vi ringrazio per le vostre preghiere, vi ringrazio per quanto state facendo per i vostri fratelli, in umiltà, semplicità, poiché quello che fate ai fratelli lo fate a Gesù. Non preoccupatevi di chi parla o sparla di voi. Operate il bene, operate nell’amore.
Vedete, anche le parole della Mamma risuonerebbero vuote come testimonianza se voi non sapeste operare veramente la carità, la solidarietà, la giustizia, e direbbero di voi: “Sono cembali che suonano bene e basta”.
Voi siate campane grandi che suonano e lanciano nel cielo a tutti i fratelli il richiamo di Cristo Gesù all’amore. Testimoniate con la vostra vita sempre, sempre, che in voi arde, sempre, che in voi arde un cuore, arde un cuore per Gesù e per i fratelli. Fatelo nell’umiltà, nella testimonianza, talvolta nella grande ubbidienza.
Accettate le mortificazioni! A che servono le reazioni violente, figli miei, eh! E magari vi aumentano poi le difficoltà, e invece, vedete, anche l’umiltà, l’accettazione vi rende meno pesanti, meno difficili i momenti già tanto difficili. Ecco figli, pregate, pregate molto per i sacerdoti, ministri di Dio, perché sappiano vivere intensamente la loro vocazione che è una vocazione di dedizione a Gesù e ai fratelli; pregate perché sappiano vivere il loro sacerdozio con grande umiltà e con grande dignità; pregate perché non avvenga più che non siano esempi fulgidi per i fratelli; pregate perché siano santi, santi, santi! Pregate per le anime consacrate, perché il loro dono, fatto al Signore, sia sempre completo, non facciano come chi pone mano all’aratro poi si volta indietro.
Ricordate, figli, in queste vostre preghiere la grande dignità del sacerdozio. Ecco, neppure agli angeli, figli miei, è concesso di celebrare il sacrificio di Gesù, di rinnovarlo, di trasformare quel pane, quel vino nel corpo e nel sangue di Cristo Gesù. Neppure a me, figli… Io ho creato un altare nel mio cuore su cui il sacrificio del Figlio si è compiuto e la fede, la devozione di tanti miei figli li porterà a pensare che Io sia stata sacerdotessa. Oh figli, questa, fra le moltissime prerogative che Iddio mi ha concesso, questa è invece prerogativa dei ministri di Dio. Pensateci figli! Meditatelo! Lo meditino particolarmente i sacerdoti. Ma voi pure, figli miei, voi tutti dovete vivere il sacerdozio a cui siete chiamati; anche voi siete chiamati al sacerdozio, certo, nel battesimo, quando, rinnovata la vostra anima, acquistate la dignità di figli di Dio ed è in voi la facoltà di benedire i vostri figli, di benedire i vostri congiunti, le vostre case, e di invocare la benedizione sui vostri fratelli, sui sofferenti, sugli ammalati, la liberazione di chi è oppresso dal male e dal maligno. In voi figli, nell’umiltà, la preghiera diventerà miracolosa.
Ecco il vostro sacerdozio: un sacerdozio che dovete vivere ogni giorno. Invocate su di voi, sui vostri famigliari, sui vostri congiunti, sul vostro prossimo più prossimo e su tutti i fratelli amici, invocate la discesa dello Spirito che li pervada, vi pervada di amore, di capacità di testimoniare, vi allontani da desideri del peccato, dai vizi, dalla corruzione, dal mondo. Io vi sono al fianco, figli, in questa grande, grandissima battaglia. La stiamo combattendo assieme, Io con voi, in attesa delle vostre preghiere da offrire a Gesù. Sono i rosari, figli miei, particolarmente i rosari, dopo il sacrificio della Messa Santissima, i rosari che riusciranno a fermare le guerre, gli orrori, le distruzioni e l’odio.
Vi abbraccio tutti figli, ad uno ad uno, vi impongo Io le mani, figli, ad uno ad uno. Le impongo sui vostri cari, sulle immagini fotografiche che avete portato qui con voi, su quelle che tenete nelle vostre case, su tutti quelli che in questo momento volete ricordare e quelli che in questo momento non ricordate, perché Io li conosco tutti, ad uno ad uno, e li conosce particolarmente Gesù, il suo Cuore Divino, il grande Sacerdote dell’amore al quale noi diciamo col cuore: Gesù, Ti amo! Gesù, Ti amo! Gesù, Ti amo Gesù! Salvaci Gesù! Benedico, figli miei, tutto ciò che desiderate, particolarmente questi meravigliosi fiori che avete voluto posare qui ai piedi della mia statua. Beh figli, se volete lasciatene un pochettino qui, poi avvizziscono, sapete… Portateli davanti al mio Gesù, al vostro Gesù che è chiuso nel tabernacolo, volontario prigioniero d’amore, tante volte, troppe volte solo, al punto che Gesù chiede alla Mamma sua e alla Mamma vostra che in tanti luoghi richiami alla preghiera per fargli compagnia, perché è qui con voi comunque, anche in aperta campagna, o nelle vostre stanzette, o nelle vostre case; dategli sempre compagnia: è un compagno veramente indispensabile. Ciao figli miei.