IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E’ DIMENTICATO, SMINUITO CARPI, 6 SETTEMBRE 1987 ORE 21,30 ca. – DOMENICA: S. PETRONIO V.

Figlioli miei, grazie figlioli miei! Le vostre preghiere le ho raccolte e consegnate all’Unico Destinatario di preghiera. Ecco figlioli, la vostra fede vi porti ad una preghiera che arda, come quei ceri; vi porti una preghiera che olezzi come tutti i fiori del creato; la vostra preghiera sia il più grande atto di umiltà. Figlioli, nella S. Messa di questo giorno di festa, giorno di Dio, voi avete ascoltato le parole del Vangelo: era la istituzione del sacramento della Penitenza (1). Figlioli miei, quanto, quanto questo sacramento è dimenticato,, quanto è sminuito. E’ il grande sacramento .del perdono misericordioso di Dio. Quando vi inginocchiate di fronte al fratello, non è più un semplice fratello, è Gesù. Figlioli miei, se non accettate che quel fratello sacerdote sia Gesù, voi, figlioli miei, non state confessandovi. Ecco la grandezza del sacerdozio di Cristo: in nome suo poter dire: “Ti sono rimessi i peccati”. Figlioli, sovente, almeno quindicinalmente, questo vi chiedo: avvicinatevi al sacramento della Penitenza, con,animo veramente addolorato, per chiedere perdono a Dio di tutti i vostri peccati: peccati di parole verso Dio e verso i fratelli, peccati di pensieri impuri, di pensieri malvagi, peccati di opere contro Dio, contro i fratelli, contro la carità. Figlioli miei, vi chiedo: pensate all’amore misericordioso di Dio. Quei peccati, quelle mancanze, quelle debolezze che voi confidate al sacerdote, Dio le conosce, ma vuole sentire il vostro coraggio, la vostra forza di umiltà. Vedeste i vostri cuori come si purificano! Figlioli miei, Iddio di misericordia in quei momenti perdona e dimentica,- ma mai Dio, per tutta l’eternità dimenticherà le opere buone che voi compite amando i fratelli, soccorrendoli, accettandoli. Eh, figlioli! E’ una scuola in cui bisogna partire dalle astine, per arrivare al Vangelo.
Figlioli miei, grazie per le vostre preghiere. Io vi chiedo ancora: pregate, pregate, pregate, perché la Mamma possa ancora trattenere la mano di Dio. Ma se pregate, figlioli, quella mano sarà tanto più leggera. Ecco, figli miei, vivete nell’umiltà, nell’amore vicendevole. Vivete nella preghiera. Sappiate accettare e vivere di penitenza, di mortificazione, di sacrificio. Vedete: il mondo vi offre agi, benessere, comodità. Io, per ricordarvi le parole di Gesù Dio, vi chiedo umiltà, carità, preghiera, penitenza. Accettatelo come programma di vita. Operate la vostra scelta, vivetela. Non voltatevi indietro a guardare. Portate, figlioli miei, nelle vostre case, ai vostri familiari, agli amici, la benedizione della Mamma. Dite a chi potete: “Sapete: non abbiamo visto, ma abbiamo sentito. Quanta gioia, credere!”
Ecco, figlioli miei, fra di voi c’è chi – Gesù lo vuole – potrà imporre le mani come gli altri suoi fratelli, invocando dal Signore Iddio pace per il fratello, la sorella, che umilmente si sottoporrà all’imposizione delle mani. Lo faranno con tanto amore, confidando nell’aiuto indispensabile di Dio. Lo faranno Alessandro di Oltre il Colle, lo farà Rocco, lo farà Fernando di S. Benedetto, lo farà Giorgio di Formigine, lo farà Gabriella di Bologna, lo farà Lucia di Pomponesco e ancora, ma non ultimo – perché ancora Gesù vorrà unire altri e quando Lui vorrà, Io lo dirò – e ancora, figlioli, lo farà Mario di Legnago. Non chiedetevi, figlioli: “saranno tutti qui?” Qualcuno è altrove e mi sta pensando.
Figlioli miei, ecco, è veramente tempo di riconoscere, di vivere lo spirito del Sacramento della Penitenza. E voi sacerdoti, anime elette, sappiate pregare dicendo: “Perdonami Signore i miei peccati, come io, in nome tuo, perdono ai miei fratelli.
Ancora un invito, figlioli, a pregare per il Vicario di Cristo, per i Principi della Chiesa, per i Vescovi, per i Sacerdoti, per le anime consacrate, i missionari. Figlioli, voi direte: la Mamma ci chiede sempre di pregare per il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, le anime consacrate, i missionari. Sì, figlioli miei, ve lo chiedo perché chi primo deve testimoniare è più violentemente colpito dal nemico. E voi pregate, sono la nervatura del Corpo Mistico di Cristo. Pensateci; figlioli: vi chiedo di pregare, non per rimproverarli ma per aiutarli. Grazie, figlioli. Lo farete? E pregate, perché siano molti, molti di più, coloro che dedicheranno la loro vita, seguendo la vocazione, al sacerdozio, al convento, all’aiuto dei fratelli che soffrono, all’aiuto dei bambini, all’aiuto degli anziani, dei bisognosi, di chi si sente solo, di chi è in preda alla droga e vuole uscire. Pregate figlioli, ed Io, Mamma vostra, per volere di mio Figlio Gesù, Io tornerò con un breve saluto, il 19 a sera. Se volete, portate anche i ceri, ogni qualvolta li porterete, in nome di Gesù Io li benedirò. E scenda su di voi, figlioli, la benedizione del Padre, di Gesù Figlio, dello Spirito d’Amore e l’abbraccio della Mamma.

(1) Domenica XXIII: Evangelo secondo Matteo, 18,15-20.