LA PACE DEVE ESSERE LO SFORZO CONTINUO, L’IMPEGNO CONTINUO NELL’AMORE GARGALLO DI CARPI. 20 GENNAIO 1991

Figlioli miei, ecco che le nubi si sono addensate e hanno cominciato a scaricare il loro carico di morte, di dolore, di angosce. Oh! cessi, cessi figlioli miei, Dio lo voglia, tanto dolore, tanta distruzione,
tanta, tanta più di quanto i mezzi, pure moderni, di informazione vi possono dire! Cessi per i miei figli di ogni colore, di ogni razza, di ogni credo!
Cessi! Dio mio, mio Tutto! Ecco figli miei, sono oltre 6 anni del vostro tempo che vi chiedo preghiera, vi chiedo preghiera, vi chiedo preghiera, e vi chiedo testimonianza, amore. Ora più che mai preghiera, testimonianza, amore. La pace deve essere lo sforzo continuo, l’impegno continuo nell’amore, l’impegno nella giustizia, e deve iniziare nei vostri cuori il desiderio di giustizia e di pace,
ma non solo il desiderio, figli miei! Quanti, quanti miei figli, non solo oggi,
anche ieri desideravano la pace e la giustizia, ma quanti, quanti pochi hanno operato perché vi fosse giustìzia e si potesse salvare la pace!
Figli cari, pregate intensamente, affinchè il 9 a sera, quando tornerò a darvi il mio abbraccio, il mio saluto, il mio incitamento, i fuochi sinistri notturni, segno di odio e di mancanza di tranquillità interiore, segno di tremende scuse che vogliono avallare il dolore che si procura ai fratelli, la tragedia, il tormento, abbiano anche per mezzo delle vostre preghiere, delle preghiere di tutti i miei figli, di ogni fede, abbiano ad essere ormai lontani.
Ma se non si pregherà e non si pregherà molto, se non si vivrà di preghiera, se non si sarà preghiera, questa tremenda, dolorosa, incredibile avventura
dell’umanità, non potrà essere coronata che da una distruzione dalla quale occorreranno moltissimi anni prima di potere risorgere.
Torni Cristo! Torni Gesù! Ma torni Gesù col suo amore, con la sua misericordia, non con la sua giustizia. Figli miei cari, vi benedico, benedico tutti i vostri fratelli che qui con voi avrebbero voluto essere a pregare e sono trattenuti dagli impegni, dall’accudire agli anziani, ai piccoli, ai sofferenti, anche quelli che sono trattenuti dalla difficoltà dei consorti, dei figli, di accettare una Madre che in tempo di guerra parla ai figli di pace, ma di vera pace, di pace dettata dall’amore, non dalla convenienza, non dal desiderio di
allontanare lo spettro della povertà, ma dal desiderio dell’amore vero, profondo, fraterno: l’amore che si condivide con Cristo Gesù. Benedico tutti i miei figli, tutti, ad uno ad uno, di tutto il mondo. Benedico ciò che volete e desiderate sia benedetto. Vi abbraccio tutti figlioli, ancora una volta vi ripeto: Rimanete sotto il mio manto, affinchè il temporale che si sta scatenando
sul mondo non vi colga impreparati, abbandonati alle tormente dei dubbi, dell’incapacità di amare, ma sotto il mio manto, nel quale ci stringiamo col
Cuore Divino di Gesù, che piange e sanguina. Cari figli, vi bacio.
Grazie di essere venuti costì, grazie ai bimbi, ai giovani, agli anziani, a coloro che portano nel corpo i segni della sofferenza e pure hanno voluto essere
qui a pregare, a pregare la misericordia di Dio. Figlioli miei, grazie. Ciao.