LA FESTA VA SANTIFICATA ANCHE CON LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALI E SPIRITUALI. GARGALLO DI CARPI – 27 SETTEMBRE 1992 ORE 18,05

Figlioli miei diletti, ecco, dopo il grande peccato del disconoscimento di Dio, della superstizione, della bestemmia, ecco un grande peccato che troppi figli compiono, il non santificare il giorno di Dio: “Ricordati di santificare le feste”. E oggi, figlioli, non si sanno più inventare nuove scuse per non partecipare alla Santa Messa la domenica. Il lavoro… il lavoro, il divertimento… il divertimento, sì, la gita…
Figlioli miei, ma il primo dovere è quello di onorare, glorificare, festeggiare Gesù, perché la domenica è il giorno della Risurrezione, è il giorno del trionfo di Cristo, Dio, è la vostra festa perché la festa di Dio è la festa dei suoi figli.
E vi prego, figli, santificate la festa partecipando alla Santa Messa, e se volete, ma quanto piacere mi fa, confessatevi e ricevete nel cuore Gesù: è il grande rifornimento, sapete, per i vostri motori talvolta stanchi, logori.
Ma poi figli, la festa va santificata con le opere buone, con le opere di misericordia corporali e spirituali, quelle opere che difficilmente potete compiere, perché coinvolti dal lavoro e dagli impegni durante la settimana, ma la domenica, tenuta libera, potete veramente santificare.
Non vi nascondo, figli, che grandi sciagure cadono e sono cadute sull’umanità proprio per questo gravissimo peccato. Dio vi ha insegnato, le Sacre Scritture ve lo dicono: dopo sei giorni di lavoro il riposo, dopo sei giorni di impegni e di lavoro, un giorno da dedicare a Dio e ai fratelli. Non vi nego il diritto e anche il desiderio fisico di riposare] certo, è anche giorno di riposo, è anche giorno in cui dedicarvi alle letture del Vangelo, delle Sacre Scritture, è anche giorno in cui dedicarvi al divertimento dello sport sano, senza essere coinvolti eccessivamente e troppo emotivatamente, è il giorno in cui stare in compagnia coi fratelli perché quando state in compagnia, figlioli, e sapete usare saggezza, educazione, sapete testimoniare con semplicità, non fate uso di parole indelicate, ecco, Gesù è con voi. Gesù è con voi,; riposa vicino ai vostri cuori e voi riposate sul suo Cuore. Vi prego, figli miei, santificate la festa, non prendete il cattivo esempio da chi trova ogni scusa: “Non ho potuto perché dovevo accompagnare i figli…”. Ma quei figli, li accompagni perché è una necessità o perché è una tua comodità? Quei figli, li accompagni perché così li hai abituati o perché è veramente indispensabile?
La festa è il giorno da dedicare a Dio e ai fratelli, a Dio nelle opere di pietà, ai fratelli nelle opere di carità, di amore, portare il sorriso, portare il sorriso.
Grazie, figli miei, se in ciò vi impegnerete, toglierete una preoccupazione e un dolore al Cuore Divino di Gesù. Figli miei, vi invito altresì ancora alla preghiera e questa sia di ogni giorno, di ogni attimo; voi stessi dovete diventare preghiera. Quel giorno vi invita a pregare e sono salite al cielo tante preghiere, le vostre e quelle dei vostri fratelli, tante preghiere che hanno fatto sì che altre e gravi tragedie non si scatenassero su un popolo e sull’umanità (*). C’è bisogno di grande preghiera perché solo la preghiera può salvare l’umanità; c’è bisogno di testimonianza perché è la bontà che trascina.
Figlioli, continuate così a prepararvi, a prepararvi per il ritorno di Cristo che è prossimo e sarete la nuova alba, e sarete, figli miei, la nuova vita dell’umanità se saprete camminare ora preparandovi attimo per attimo, con semplicità, con umiltà, con sincerità, con impegno, con amore. Grazie per quello che state facendo, che fate e farete per aiutare i vostri fratelli.
Oh sì, figli, proprio la liturgia domenicale, la liturgia della Parola vi ha ricordato che nessuno deve portare in sè l’egoismo, nessuno deve portare in sè il diritto ad avere ciò che i fratelli non possono avere, perché i doni di Dio sono per tutti gli uomini, non per pochi, così come i diritti pure i doveri. E impegnatevi, figlioli, impegnatevi veramente, profondamente, sinceramente in ciò che potete, a fare sì che la giustizia nelle vostre famiglie, nei vostri paesi, nella vostra nazione, nel mondo, abbia a trionfare e trionferà la pace. Le otterrete col vostro amore.
Vi benedico, figli miei, vi benedico tutti e la mia benedizione è la più ampia, è per voi, per i cari che avete voluto ricordare, per tutti i vostri pensieri di preghiera, è per le anime dei purganti, la mia benedizione è su tutto ciò che desiderate Io abbia a benedire: i sacramentali, le immagini fotografiche che qui avete portato, e gli abiti e le cose; ma benedico in modo particolare, figli miei, i missionari, i consacrati, coloro che fanno della loro vita una donazione completa ai fratelli nella generosità e nel sorriso.
Benedico i volontari, benedico coloro che si dedicano ai fratelli bisognosi, ammalati, sofferenti, drogati, carcerati: è su di loro la mia benedizione e il mio abbraccio materno. Vi bacio e vi abbraccio tutti, figli, e vi benedico nel nome di Dio che è Padre, nel nome di Dio che è Figlio, Gesù, fratello vostro, nel nome di Dio che è Spirito d’Amore. Amen. Ci salutiamo, figlioli, rivolgendosi a Gesù e dicendo a Lui tutto il nostro amore, tutto quell’amore che vorremmo avere e che non riusciamo ad avere, assieme Gli diciamo, figli miei: “Gesù, Ti amo! Gesù, Ti amo! Gesù, Ti amo!
Aiutami ad amarti Gesù, aiutami ad amare i fratelli, aiutami ad amare chi soffre, aiutami, o Gesù, a portare il sorriso. Grazie Gesù. Ciao Gesù!”. Ciao figli miei.
(*) Nel messaggio del 13 settembre la Mamma aveva chiesto a tutti i] suoi figli di pregare per la pace, in comunione col Vicario di Cristo, e con tutti i fratelli di tutte le religioni nel giorno in cui la Santa Chiesa la ricordava come “Madre Addolorata”.

La Mamma attorno alle 17,30 era venuta invitandoci a pregare con Lei, in ginocchio, l’ultima decina del Rosario per chiedere a Dio il dono della pace nel mondo.